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Ripartizione delle pensioni in caso di divorzio

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Date published: 10/10/2022

Secondo nuove ricerche condotte dalla compagnia assicuratrice Legal and General, ben sette su dieci coppie che divorziano non condividono la pensione. Ciò mette le donne in particolare a maggiore rischio di non disporre di denaro sufficiente per mantenersi una volta andate in pensione.

Secondo un sondaggio Which? condotto tra 1.000 persone che hanno divorziato sin dal 2000, una su cinque di esse non aveva neanche considerato l’idea di condivisione della pensione nell’ambito degli accordi finanziari presi. Le pensioni possono essere una risorsa importante e talvolta il loro valore è superiore a quello dell’ex casa di famiglia, che tende a essere il bene più ambito. Alcune persone potrebbero essere riluttanti a condividere la propria pensione con l’ex-coniuge, e il sondaggio di Which? lo conferma. Il 22% degli intervistati ha dichiarato di non voler condividere i propri risparmi pensionistici all’atto del divorzio.

La realtà per molte donne è che la loro pensione da sola probabilmente non avrà lo stesso importo di quella dell’ex-coniuge. Un insieme di donne che si impegnano ad assistere e che in generale guadagnano meno nel corso della vita e che raramente ottengono pensioni bilanciate a loro favore. Nella realtà, le donne in media vanno in pensione con meno della metà dell’importo riscosso da un uomo della stessa età.

Sin dal 2000, chi divorzia può ottenere dal tribunale un provvedimento di condivisione della pensione. Tale provvedimento è volto a conseguire un esito finanziario più equo dopo la separazione. Tuttavia, l’evidenza suggerisce che molte coppie che divorziano non conoscono questa opzione o neanche sanno che le pensioni sono considerate un bene coniugale suscettibile di essere preso in considerazione. Un esperto in pensioni è la persona più indicata per il calcolo del valore reale di una pensione a prestazioni definite con retribuzione finale o  di sistemi a prestazione definita  di ingente valore per i quali vale davvero la pena di lottare.

Spesso, un coniuge può non sapere che il proprio partner ha una pensione, o potrebbe non conoscerne il valore. Tuttavia, quando le persone divorziano, devono comunicare il “controvalore in denaro” (cash equivalent transfer value, CETV) della loro pensione all’avvocato del coniuge e al tribunale. Ciononostante, il CETV non comprende generalmente le prestazioni specifiche di assicurazioni sulla vita, per cui il valore reale della pensione potrebbe essere molto più alto.

Senza la consulenza di un legale, uno dei coniugi potrebbe non sapere mai quello che ha perso. Almeno un terzo delle coppie che divorziano non si avvale di professionisti per occuparsi delle proprie questioni finanziarie.

Ci sono tre modi in cui è possibile ripartire una pensione:

1. Condivisione della pensione

Ha luogo quando i risparmi della pensione sono ripartiti all’atto del divorzio, per cui la persona interessata potrebbe ottenere immediatamente la quota spettante della pensione dell’ex-coniuge. L’importo è espresso come percentuale del valore di trasferimento della pensione da ripartire. Per esempio, se il valore della pensione è £150.000, una quota del 50% equivarrebbe a £75.000. Il valore di trasferimento finale viene calcolato il giorno prima del giorno in cui avrà effetto il provvedimento di ripartizione della pensione.

2. Compensazione della pensione

Ha luogo quando il valore della pensione viene compensato con altri beni coniugali di valore simile. Per esempio, un coniuge potrebbe mantenere la propria pensione, ma, in cambio, l’ex coniuge conserverebbe la casa coniugale. Tale modalità si rivela particolarmente valida quando si tratta di beni di valore simile.

Tuttavia, se si sceglie questa soluzione, uno dei due coniugi potrebbe finire senza una pensione se non ha versato egli stesso dei contributi previdenziali. È quindi essenziale richiedere una valida consulenza in materia pensionistica.

3. Ordinanza di assegnazione della pensione

Da ciò discende che un coniuge non riceverà alcun denaro immediatamente; tuttavia, quando il suo ex-partner inizia ad attingere dal proprio fondo pensionistico, parte dello stesso viene versato anche a lui. Il tribunale ordina all’istituto di previdenza di effettuare tali pagamenti.

Questa soluzione comporta dei problemi. Se il coniuge titolare di un fondo pensione a “prestazioni definite” muore prima dell’ex-partner, vi è la reale possibilità che quest’ultimo non riceva nulla. Inoltre, se va in pensione anticipatamente con una pensione a prestazioni definite, le prestazioni potrebbero essere ridotte, per cui anche l’ex-coniuge riceverà meno del previsto. Anche se i sistemi pensionistici a contribuzione definita sono meno complicati.

Vale la pena menzionare che, ai sensi di un’ordinanza di assegnazione della pensione, non è possibile risolvere una volta per tutte le questioni tra i coniugi. Ciò perché resta un legame continuo con l’ex-coniuge.

Non è possibile condividere i diritti delle pensioni statali, e coloro i quali raggiungano l’età pensionabile dopo il 2016 non potranno più avvalersi dei Contributi di previdenza sociale dell’ex-coniuge per incrementare l’importo loro spettante”. Coloro i quali percepiscano una pensione statale o raggiungano l’età pensionabile di Stato dopo il 6 aprile 2016 riceveranno la “nuova” pensione dello Stato.

Considerata la modifica recente alla normativa in materia di divorzio, il nuovo divorzio “consensuale” potrebbe comportare come conseguenza che meno coppie ricorreranno a un avvocato divorzista e conseguentemente non sapranno della condivisione dei diritti pensionistici dei rispettivi ex-coniugi, una situazione che potrebbe rivelarsi una “bomba a orologeria” per le finanze di molte donne.

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Questo articolo è solo per informazione generale e non costituisce una consulenza legale o professionale. Si prega di notare che la legge potrebbe essere cambiata da quando questo articolo è stato pubblicato.

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Pubblicato da:

Marcin Durlak - Managing Partner

Diritto di Famiglia - IMD Solicitors LLP

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