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“Unione di Fatto” Esiste davvero questo concetto?

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Categories: Diritto di famiglia
Date published: 1/04/2019

Vivere insieme ma non da sposati (unione di fatto)? Quali diritti ho?

Le coppie conviventi non sposate sono un tipo di scelta familiare in crescita nel Regno Unito, eppure sembra che, in caso di separazione, non ci sia una protezione adeguata per queste coppie nell’attuale diritto di famiglia. Queste coppie spesso non sono consapevoli della loro mancanza di diritti, rispetto alle coppie sposate.

Le lacune nella legge hanno un effetto particolarmente dannoso sul partner finanziariamente vulnerabile, più comunemente la donna che ha dovuto interrompere o limitare il lavoro per prendersi cura dei bambini e della famiglia. È assolutamente comune per tale partner presumere di avere diritto ai beni condivisi dalla famiglia, ma questo non è sempre vero.

Per esempio, se la proprietà è registrata a nome di un partner, l’altro non ha diritto a nulla a meno che il convivente possa dimostrare che c’era una “comune intenzione” di concedere un diritto nella proprietà, e abbia fatto affidamento su tale comune intenzione a suo danno. L’onere della prova è su chi sostiene tale tesi e, in pratica, è spesso difficile fornire prove sufficienti. I tribunali non hanno in questo caso, il potere di basare le proprie decisioni su fattori come la durata della relazione o i contributi apportati a tale relazione.

Al contrario, le coppie sposate non avranno questo problema in quanto in caso di controversia, entrambe le parti hanno diritto alla metà dei beni matrimoniali accumulati nel corso degli anni, fornendo un risultato più equo per entrambe le parti.

Necessità di una riforma delle leggi sul matrimonio?

Il caso storico che ha innescato la necessità di una riforma della legge sui conviventi è stato Burns contro Burns (1984). Il caso riguardava una coppia non sposata che aveva convissuto per 17 anni crescendo due figli. La donna non dava alcun contributo finanziario alla casa familiare e quindi, in caso di separazione, si ritenne che non acquisisse alcun interesse nella stessa.

Anche se la Corte d’appello ha riconosciuto che “per un numero sostanziale di anni” la ricorrente “può aver lavorato tanto duramente quanto l’uomo per mantenere la famiglia”, è stato ritenuto che non ci fosse un accordo esplicito e che fosse necessario un contributo sostanziale prima che si potesse imputare l’intenzione di aquisire una parte della proprietà.

Non sorprende che la legge attuale sia stata spesso indicata come discriminatoria e ingiusta, in quanto le parti possono essere lasciate senza niente in caso di separazione. La legge è infatti complessa e le spese legali sono alte, il che significa che le coppie meno abbienti non saranno in grado di pagare per la risoluzione di tali controversie.

La pressione per la riforma cambierà la legge obsoleta?

La pressione per ottenere una riforma risale al 1984, eppure la legge continua ad essere obsoleta. Gli sforzi per introdurre una legislazione sono fino ad ora falliti. Sono stati presentati numerosi progetti di legge, come il Cohabitations Rights Bill che è in attesa di una seconda lettura alla Camera dei Lord.

In breve

È evidente che la legge sui diritti delle coppie conviventi è obsoleta e ha bisogno di una riforma. Se siete un partner non sposati e desiderate presentare una richiesta basata sui diritti dei conviventi, ricordate che è fondamentale ottenere una consulenza professionale e il supporto di un avvocato per ottenere il miglior risultato.

Questo articolo è solo per informazione generale e non costituisce una consulenza legale o professionale. Si prega di notare che la legge potrebbe essere cambiata da quando questo articolo è stato pubblicato.

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Pubblicato da:

Iwona Durlak - Senior Partner

Diritto di Famiglia - IMD Solicitors LLP

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